Immersione del 10 luglio 2016.
Quattro i subacquei: Marcello, Max, Luca e Daniele, al timone Marco O.
Abbiamo scelto la località “Dragone“, indicata dal numero (6) nella cartina, che si trova subito a levante del Cristo degli Abissi.
Mentre scendiamo lungo la catena, a Luca scivola fuori dal GAV la propria zavorra che viene facilmente recuperata in quanto si ferma sul fondo, a fianco del corpo morto, a circa 30 metri di profondità. Iniziamo quindi l’immersione diretti verso levante, lungo la parete verticale ricca di coralli rossi e gialli parazoanthus.
Numerose le cernie e i dentici che ci osservano tranquilli e curiosi. In un anfratto scoviamo un piccolo scorfano che erge la sua pinna dorsale spinosa.
Al ritorno Daniele non individua la catena e prosegue oltre, lungo la parete. Prontamente Luca lo raggiunge per reindirizzarlo verso la risalita al gommone.
Qui sotto possiamo analizzare il grafico dell’immersione (di Daniele) dove si possono osservare le discrepanze tra quello teorico (in azzurro) e quello reale (in nero). Da evitare le ridiscese (vedi al minuto 35) anche se si tratta di filmare una magnifica cernia!
Interessane il dato (in rosso) chiamato ceiling (soffitto) che indica la quota oltre la quale non dobbiamo mai risalire (sarebbe come picchiare la testa contro un soffitto) prima di aver completato la decompressione. Questa quota si azzera solo quando, terminati i canonici 3 minuti a 5 metri, è possibile riemergere in sicurezza.
Grafico prodotto dal sito Diving Safety Laboratory del DAN (Divers Alert Network Europe) una volta caricati dati del Computer Mares Puck Pro.