Immersione al relitto del Pelagosa

Il posamine Pelagosa affondò il 9 Settembre 1943 centrato dai colpi di cannone di una batteria posta sulle alture di Genova occupata nottetempo dai Tedeschi.
Al momento dell’affondamento non trasportava mine e questo fatto evitò l’esplosione completa della nave che adesso giace su un fondale di 36/38 metri capovolta e spezzata in due tronconi.

Tipo: posamine. Anno di costruzione: 1927. Cantiere: Cantieri Reali – Castellammare di Stabia (Italia). Nazionalità: italiana. Dislocamento carico normale: 680 tonnellate. Dislocamento a pieno carico: 755 tonnellate. Lunghezza: 66,0. Metri. Larghezza: 10,0. Metri. Apparato motore: 2 motori diesel [FIAT-Torino], cavalli asse: 700, eliche: 2, velocità: 10 nodi, armamento: 1 cannone da 75/40 mm e 2 mitragliatrici. Attrezzato per il trasporto e la posa in opera di 54 carrelli da mina, equipaggio: 71 uomini.
Data affondamento: 9 settembre 1943, causa affondamento: cannoneggiamento, profondità minima: 20 metri, profondità massima: 37 metri, distanza da riva: 1,5 miglia da Quarto.
La nave si presenta divisa in 2 tronconi completamente rovesciati, l’immersione inizia da poppa in corrispondenza dei due assi delle eliche, non più presenti, da una cima posta dai subacquei, proseguendo sulla fiancata verso prua rivolta a nord, la tentazione di entrare è molto forte, ma e’ assolutamente sconsigliato in quanto la struttura è fortemente deteriorata, e rischia di collassare da un momento all’altro, con una buona torcia si scorgono i motori ancora integri e appesi a testa in giù, si possono comunque intravedere molte altre forme che ne delineano la coperta.

 

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